Mondo Tram
 IL BONDINHO DI SANTA TERESA

di Mauro V.

A Rio de Janeiro è in funzione il sistema tranviario più antico del mondo, risalente addirittura al 1896.

Nell’Ottocento il Brasile godeva di notevoli fortune economiche grazie a materie prime come il caucciù e il legno e iniziò a dotarsi di reti tranviarie a cavalli che non avevano nulla da invidiare alle grandi città europee.

Rio già dal 1892 intraprendeva l’elettrificazione della sua notevole rete tranviaria , gestita da svariate società che esercitavano generalmente poche linee ciascuna, come è  poi si è ripetuto per i filobus e come avviene oggi per i quasi quattromila autobus (onìbus) in circolazione, riconoscibili a distanza dal colore della compagnia prima che dal numero; tra l’altro l’avvistamento a distanza è indispensabile per salire, perché alle fermate trafficate i mezzi procedono a sorpassi, accostamenti in terza fila, grande uso dei fari per richiamare i viaggiatori, perché a quanto sembra tutte le fermate sono facoltative e gli autisti sono stati piloti di Formula Uno.

L’unica compagnia tranviaria superstite, la Ferro-carril Carioca, rilevava ed elettrificava, dopo  aver aumentato lo scartamento a mm 1100 , una linea di tram  trainati da muli  che collegava il centro con la collina di Santa Teresa, ai piedi del Corcovado, mettendovi  in servizio vetture bidirezionali  con truck a due assi ed equipaggiamento  elettrico statunitense. Il tracciato oggi ricorda una Y, perché raggiunta la piazza Guimaraes al centro del quartiere, nelle cui vicinanze si trova il deposito,  la linea si biforca nei due prolungamenti, uno in discesa per piazza Paula Mattos e uno in salita per Silvestre. Il tronco per Silvestre è limitato a Dois Irmaos, poiché la parte terminale della linea fu danneggiata quaranta anni fa da un alluvione e, nonostante il completo ripristino, non fu più riaperto all’esercizio

In Brasile se cercate un tram dovete chiedere del bondinho.   E’ singolare l’origine di questo nome , il diminutivo di bonde ,  comunemente attribuito a tutti i tram brasiliani: deriva dall’inglese bond, azione. Infatti in periodi di carenza di spiccioli le compagnie tranviarie emettevano tranches azionarie corrispondenti a cinque o dieci biglietti di corsa semplice, per consentire altrettanti viaggi senza problemi di moneta e di resto. Ricordate i nostri assegnino di buona memoria da  cento e duecento  lire?

Il rilascio dei  biglietti in America non è comunque un sistema  diffuso, perché il viaggio ancor oggi  prevede semplicemente l’accesso al mezzo tramite un tornello azionato dal guidatore o dal bigliettaio. Sul bondinho di Santa Teresa i biglietti vengono rilasciati da poco,  in quanto consentono ai viaggiatori, in caso di incidenti – comunque da mettere in conto su tutti i mezzi brasiliani – di rivendicare il risarcimento dell’ assicurazione grazie al documento di viaggio.

Il materiale rotabile circolante è originale d’epoca, di costruzione statunitense, caratteristica comune a gran parte dei mezzi  circolanti sulle tramvie sudamericane; per maggiori informazioni sulla storia delle tranvie dell’America Latina  è possibile visitare l’ottimo sito di Allen Morrison http://www.tramz.com , imperdibile non foss’altro per le foto dei milanesissimi tram Breda che hanno circolato a Lima, in Perù .

Sulla tranvia di Rio sono  rimaste oggi in dotazione 14 motrici  a due assi, da 34 posti a sedere;  le vetture in turno di esercizio giornaliero sono 5, più una di riserva che viene regolarmente chiamata in linea a causa dei frequenti guasti del materiale.

Dal controluce della foto 1  si possono già osservare due particolarità: la vettura è aperta lateralmente ed il controller ha qualcosa di molto familiare: è infatti un General Electric  simile ai K35 delle Ventotto di Milano, come è evidente nel particolare della foto 2.

 

foto 1

 

foto 2

Le giardiniere aperte erano presenti in molte città, ma in Brasile sono  totalmente prive di cancelletti di protezione, se non per quanto riguarda il conducente;  i posti in piedi poi sono soltanto esterni, come si può notare nella foto 3,  in cui la vettura  si appresta a ripartire con i viaggiatori appesi fuori, agli appositi sostegni. Per rendersi conto di quanto possa essere pericolosa questa modalità di viaggio bisogna tener conto di tanti fattori: l’incrocio tra vetture viene effettuato sportivamente dai conducenti, senza troppi rallentamenti e contando sull’agilità dei passeggeri, che si appiattiscono; l’armamento della linea è approssimativo, perché al posto delle rotaie saldate del tipo a gola denominato Phoenix sono in  uso le Vignoles con controrotaia – tra l’altro con scambi con un ago unico; le condizioni di manutenzione delle rotaie, lo scartamento ridotto, la velocità e  lo stesso materiale rotabile di notevole lunghezza determinano condizioni di marcia che rasentano l’incredibile. A questo proposito è significativo il video scaricabile dal sito www.eayearbooks.com/rio_bondes.htm  (in fondo alla pagina cliccare su Bonde de Santa Teresa), girato negli anni Settanta , e vi garantisco che il  beccheggio è proprio quello ben visibile nel filmato.

Il servizio teoricamente è effettuato con partenze dal capolinea  inferiore di Carioca ogni mezz’ora dalle 5.00 alle 23.00, alternate per Paula Mattos e Dois Irmaos,  ma è inutile dire che gli orari sono puramente indicativi. I tram oggi hanno a disposizione una racchetta in sede riservata e recintata, a poca distanza dalla metropolitana, una vera e propria stazione un po’ arretrata rispetto a Largo da Carioca, il vecchio capolinea in pieno centro direzionale tra uffici e grattacieli. Una volta acquistato il biglietto, per l’importo di 60 centavos, pari a circa 16 centesimi di euro, l’avventura può iniziare.

Appena lasciato il capolinea si presenta la prima emozione: il bondinho transita sul binario unico degli archi di Lapa (foto 4); si tratta di un acquedotto risalente al 1700, che ricorda architettonicamente gli acquedotti romani e ha una notevole altezza rispetto al piano stradale sottostante. Nella fase di progettazione della linea tranviaria si pensò di deviare l’acqua e utilizzare il manufatto già esistente collocando il binario al piano superiore.

 

foto 3

 

foto 4

La velocità delle motrici è qui estremamente ridotta per prevenire svii e anche cadute dei passeggeri appesi alla vettura con la precaria protezione delle reti da pollaio  ben visibili lateralmente! La foto è stata ripresa dalla cabina ed  il tram viaggia accodato a uno dei mezzi di servizio, trasformato in trabatello per le riparazioni della linea aerea, che tra l’altro non risulta assolutamente tesata. La cartolina della foto 5 rende un’idea  panoramica di insieme della  struttura architettonica.

Dopo aver arrancato per la collina,  su stradine in salita che ricordano quelle di Lisbona, e dopo aver affrontato giunti in cui la vettura sembra decollare, in pochi minuti   si arriva a  S.Teresa (foto 6), dove è facile assistere alle acrobazie dei passeggeri  che, senza attendere l’arresto delle vetture, con vari salti acrobatici atterrano sulla strada o sui parapetti laterali.

 

foto 5

 

foto 6

Santa Teresa è un quartiere bohemienne, poco frequentato dal turismo di massa,  dove bar e ristoranti tipici si alternano a gallerie d’ arte e a centri culturali .

La corsa termina poi  nella vicina piazza Paula Mattos, dove vennero girate le riprese di “Il barbiere di Rio”, film  del 1996 con Diego Abatantuono  . Più interessante è il lungo tragitto che tra curve e controcurve sale a Dois Irmaos, zona residenziale un po’ decadente con panorama su smisurate favelas. In passato le vetture proseguivano per due o tre chilometri fino a Silvestre, nella Mata Atlantica o Foresta de Tijuca, la più estesa foresta urbana del mondo.

Tra i simboli di  Rio de Janeiro  infatti tutti hanno presente  il Corcovado, un imponente picco di settecentodieci metri di altitudine che domina la città con la statua del Redentore. Sulle pendici della montagna, ricoperte da una fitta vegetazione tropicale, con tanto di animali selvatici, transitano una trafficata strada turistica e una ferrovia a cremagliera con i trenini rossi costruiti in Svizzera, e  si trova appunto Silvestre, il vecchio capolinea del bondinho.

Nella foto 7 antico e moderno sono a confronto: ancora il mezzo di servizio n.105, che sta rientrando a Carioca, con un minibus del trasporto urbano proveniente dal centro, che si immette non senza difficoltà sulla strada che sale a Santa Teresa. Anche questa foto è scattata dalla cabina ed è veramente doveroso ricordare la cortesia del personale viaggiante, che in presenza di turisti  non risparmia i foto-stop, trasformandosi in guida turistica e indicando i numerosi scorci  dell’architettura liberty ornati da splendidi azulejos, in contrapposizione con i moderni grattacieli.  

 

foto 7

 

Se volete saperne di più sui tram in Sudamerica, non fosse altro che per vedere le Breda ancora in giro per Lima, un valido link è quello di Allen Morrison www.tramz.com

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