Mondo Tram
IL TRAM DEL SABATO di Filobustiere

Ogni sabato appuntamento con un'immagine di tram e la sua storia

29 Dicembre 2007 - Una giornata particolare
 

A Napoli si chiama filone, a Roma si dice fare sega, il dizionario italiano indica marinare. Ma l'accezione è sempre la stessa ossia trasgredire disertando le lezioni a scuola, per dedicarsi a momenti di diletto. Quest'attività dovrebbe cessare ovviamente, con la fine della frequenza scolastica. Io invece continuo a chiamare in questa maniera le mie occasionali scappatelle, quando mi separo per un giorno dalle attività mondane, per dedicarmi a qualcosa di personalmente piacevole che mi arricchisca lo spirito.

L'ultimo filone in ordine di tempo ve lo voglio proprio raccontare. E' accaduto la metà di Novembre. Avevo tanto sentito parlare della funicolare di Montenero (Quartiere Antignano di Livorno) che ho deciso di farci una visita anche se purtroppo da solo. Il filone in compagnia è ancora più divertente. Un Intercity mi ha condotto da Roma a Livorno. Sul piazzale della stazione, il cui FV mi ha rammentato la nostrana Campi Flegrei, con un bus della linea urbana 2 ho potuto raggiungere la località Antignano (vedi foto 1). Il percorso della linea 2, da capo a capo, dura circa 40 minuti. Il lungo itinerario prevede dunque l'attraversamento di tutta la città con i suoi punti più interessanti anche da un punto di vista turistico. Il tutto per la modica somma di 1 euro che consente anche una corsa sulla funicolare di Montenero. Una giornata splendida come meteo, direi più che primaverile, mi aveva messo il buonumore addosso e mi aveva fatto confidare in una buona riuscita del mio programma.

Eccomi dunque arrivato alla stazione inferiore della funicolare (vedi foto 2), posta al centro di questo piccolo borgo (piazzale delle Carrozze) dove regnano silenzio e tranquillità. Prima di salire a bordo di una delle piccole vetture che servono l'impianto, ritengo utile darne qualche succinta informazione. Così potremo anche colmare l'assenza di notizie di questa linea dal nostro sito.

L'inaugurazione risale al 1908, dopo una rapida realizzazione del progetto della premiata ditta Ceretti e Tanfani ed in perfetta integrazione con la linea tranviaria proveniente dal centro cittadino. Si dava in questo modo, una concreta risposta alle giuste aspettative della crescente affluenza dei pellegrini verso il Santuario della Madonna posto a mt. 193 slm. La lunghezza della corsa era di mt 658 con andamento curvilineo e con binario singolo a raddoppio intermedio e dall'originale scartamento di mm. 1050. Le consuete due vetture potevano ospitare ciascuna 44 persone tra sedute ed in piedi. Avevano il telaio in ferro e la carrozzeria di legno del tipo "a scalone" (vedi foto 3) . Il motore elettrico era stato fornito dalla ditta Thomson Houston e consentiva agevolmente di far superare alle carrozze una pendenza media del 170 per mille. Il servizio fu ben gradito all'utenza e procedette per anni senza problemi attraverso anche qualche cambio di gestione. Ciò ovviamente fatto salvo le interruzioni per gli eventi bellici.

Venendo a tempi più recenti, sono da registrare tre profonde trasformazioni dell'impianto. Il primo intervento risale al 1979 ed è opera della ditta Agudio. L'utente può apprezzare l'opera dalla sostituzione delle due carrozze che ora sono di metallo ed ospitano 50 persone. Ma in realtà la rivoluzione è il nuovo motore azionato da un complesso in corrente continua da 48 kw ruotante ad una velocità di 1500 giri/min. Un ulteriore fermo nel 1991 consentirà di effettuare una manutenzione straordinaria indispensabile per continuare la storia della gloriosa funicolare. Arriviamo quindi al 2000 quando un gruppo di imprese (tra le quali l'Ansaldo e la Poma) realizzeranno a Montenero un preciso disegno politico di innovazione ecologica: far muovere l'impianto ad energia solare. Ciò, con la coincidente immissione in esercizio di tanti bus elettrici ed altre iniziative in tal guisa, caratterizzerà gl'intendimenti della contemporanea Amministrazione Municipale. Non si tratta solo di propaganda. Infatti l'impianto oggi funziona ad energia solare e l'energia prodotta in esubero serve per fare "il pieno" ai Tecnobus cittadini oppure viene riversata in rete ENEL. E' valutabile in circa 45.000 il numero dei kw prodotti in un anno con l'utilizzo di 348 pannelli.

Salgo dunque su una delle vetturette e l'assenza dell'agente mi consente di fare foto interessanti dalla cabina (foto 4). Usciamo dalla stazione inferiore (foto 5) incrociando ben presto la vettura discendente (vedi foto 6). Una curiosità: solo la vettura 2 è abilitata a fermarsi all'unica fermata intermedia. Arrivo in cima (vedi foto 7) e la placida piazza del Santuario mi entusiasma suscitandomi sentimenti di misticismo. Ben presto devo rientrare per rispettare la tabella di marcia del mio "filone". Al ritorno in piazza delle Carrozze mi aspetta un bus Breda ecologico di ultima generazione che mi riporterà alla Stazione (vedi foto 8). Ho un'oretta di tempo per riprendere il treno, sufficiente per consumare un eccellente ed economico pasto alla locale mensa DLF gestito da un gruppo di signore efficienti quanto carine. Si chiamano gruppo "8 Marzo": trovo eloquente questa ragione sociale.

Rientro con un malandato regionale che mi ferma a Campiglia. Il mio programma include la visita della Mostra modellistica di Venturina, non ricchissima ma ospitale e sfiziosa abbracciando vari campi di questo hobby. La foto 9 ritrae una vecchia gloria ospite dell'Esposizione. La foto 10 mostra invece giusto un angolino del gigantesco plastico ferroviario modulare dei modellisti piombinesi che lo trasportano utilizzando tre grandi rimorchi.

E' ormai sera quando sono di nuovo nella stazione di Campiglia e i pochi minuti di attesa del treno, mi consentono di scoprire la statua del leggendario cane "Lampo", che riempì le cronache delle riviste popolari degli anni '50. Adottato senza molta convinzione da un ferroviere, ne divenne l'ombra. Le frequenti assenze del cane corrispondevano a suoi brevi viaggi in treno di cui conosceva orari e coincidenze, ma che lo riportavano però sempre a Campiglia. Finì la sua vita nel 1961, investito da un convoglio come ci si sarebbe aspettato da un cane "traveller", così lo definì una rivista americana.

L'ultimo regionale mi riporterà a Roma con ritardo da Guinness dei primati e l'impianto elettrico guasto (vettura buia e fredda). Questi inconvenienti finali non riusciranno tuttavia a sottrarmi la soddisfazione ed il buonumore per aver realizzato un "filone" perfetto.

Buona domenica e buon 2008 a tutti i trammofili del mondo

Foto 3 da collezione privata, le altre foto by Filobustiere

 

** In preparazione la terza ed ultima puntata della serie "Se rinasco" dedicata a Mergellina e Piazza Sannazaro con molte immagini da cartoline anche inedite.

 


FOTO 1

 

FOTO 2

 

foto 3

FOTO 3

 

FOTO 4

 


foto 5

FOTO 5

 

foto 6

FOTO 6

 

foto 7

FOTO 7

 

foto8

FOTO 8

foto 7

FOTO 9

 

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FOTO 10


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