Caro papà,
ti scrivo per chiederti il permesso di poter usare per esibirla una
cartolina che mandasti a mamma quando eravate fidanzati. Essa mostra
una piazza di Cagliari con il tram e fu inviata da te nel 1936. Chissà
poi cosa ci facessi in Sardegna in un’epoca nella quale, come
mi raccontavi, bastava uscire fuori città per essere arrestato.
Per non omettere che per viaggiare ci volevano tanti quattrini che tu
certamente non avevi. Forse vuoi sapere cosa ne devo fare. E qui la
cosa si fa un po’ complicata da spiegare. Ti dovrei parlare di
computer, di file, di internet, di links, insomma di cose che pur facendo
parte ormai della vita di ogni giorno, anch’io spesso ho difficoltà
a capire. Ma è pur giusto che io mi sforzi di darti qualche informazione
sia pure sommaria. Diciamo che faccio parte di un’associazione
i cui partecipanti amano i tram e nei loro discorsi non parlano d’altro.
A proposito, per parlare non ci sono riunioni ma convegni che si tengono
da lontano usando il telefono ed uno schermo ad esso collegato. Insomma
ognuno se ne sta a casa sua. I membri sono persone simpatiche ed anche
molto competenti della materia tranviaria. Da loro ho imparato un sacco
di cose. Immagina che ce n’è uno che chiamano affettuosamente
MASTRO perché sa tutto, ma proprio tutto anche dei tram antichi
malgrado sia giovane. Sarebbe stato bello fartelo conoscere. Gli avresti
potuto recitare, come facevi con me, tutte le linee e i percorsi della
rete napoletana a memoria da quando eri nato con i numeri di matricola
delle vetture. Oppure tutti i fatterelli tranviari che mi entusiasmavano
quando ero piccolo. Qualcuno era un po’ assurdo ma poi con il
confronto ho capito che era vero. Mi ricordo che mi dicevi che al deposito
di Fuorigrotta, i conducenti che guidavano con molta calma, li chiamavano
“una mano canzanella” anche se non mi hai mai spiegato perché.
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E poi quel altro fatterello di
quando c’era la navetta Torretta/Fuorigrotta a biglietto ridotto.
Malgrado ciò torme di gente, mi dicevi, se la faceva a piedi
sotto il tunnel perché gli mancava anche una piccola moneta per
un passaggio col tram.
Pensare che oggi il biglietto è quasi facoltativo. E chi altri
se non te mi avrebbe potuto raccontare la storia dei tunnel di cui il
primo tranviario aveva la forma di un uovo? Così ti piaceva descriverlo
ed io bambino, capivo perfettamente. Insomma papà malgrado non
fossi un tranviere, sei stato il mio primo club del tram e non lo dimenticherò
mai. Allora puoi capire il mio desiderio di mettere a parte di altri
ciò che posseggo, così come tu facevi con me. Ritengo
il permesso accordato e ti ringrazio anche a nome di Mondotram che se
l’avessi conosciuto, ti saresti divertito tanto con questi amici
virtuali così come io mi diverto tutti i giorni.
Ciao, papà: speriamo un giorno di incontrarci così ci
andremo a fare un giro insieme sul Sirio, il nuovo tram di Napoli che
è veramente bellissimo.
Tuo figlio Gennaro detto nel
club Filobustiere |