Nel
2004 il Portogallo ha ospitato i campionati europei di calcio. Secondo
una prassi ormai diffusa, il grande evento ha rappresentato una preziosa
opportunità per dotare le città che hanno ospitato l'evento
sportivo, di strutture moderne ed innovative. Anche il settore dei trasporti
non è stato trascurato e così la città di Porto,
la seconda portoghese, si è ritrovata con una modernissima metropolitana.
Essa è ben al di là dall'essere completata e per molti
aspetti che andremo ad esaminare, ha molte affinità con il mondo
dei tram.
Il sistema "Metro do Porto" è stato realizzato con
un contratto "chiavi in mano" dalle Industrie Bombardier.
Quando sarà completato ossia tra non meno di 4 anni, esso non
solo costituirà la spina dorsale del trasporto nella città
atlantica, ma collegherà altresì ben nove municipi della
cintura urbana. La rete conterà 5 linee contrassegnate dalla
lettera A alla lettera E. Saranno assicurate coincidenze con le principali
stazioni ferroviarie e di autobus. La lunghezza totale sarà di
circa 70 chilometri con 63 stazioni a livello ed 11 sotterranee.
I veicoli in servizio saranno 62 di cui già consegnati circa
la metà, del modello "Flexity" (vedi figurino) che
tanto successo ha riscosso in Francia (Strasburgo) ed in Italia (Milano)
di origine tranviaria o di metro leggero. Nel 2002 è stato aperto
il primo segmento della linea A che in soli due mesi aveva trasportato
già 2 milioni di passeggeri.
Il grandioso impegno finanziario è stato sostenuto da banche
private e dalla Comunità Europea.
Al momento risultano in servizio la linea A e la linea B che hanno in
comune una delle due stazioni di testa corrispondente allo "Estadio
do Dragao". Inoltre da luglio è altresì entrato in
servizio il primo segmento della linea C. Il totale è di circa
24 chilometri.
Per realizzare questa nuova rete, si è ricorso ad un sistema
assolutamente intelligente. Il "Metro do Porto" nasce adattando
i nuovi itinerari a tutto ciò che già esisteva all'insegna
della grande flessibilità. Nel centro cittadino si è costruito
per lo più ex novo un itinerario sotterraneo ma nell'immediata
periferia il nuovo ha preso il posto del vecchio percorso del tram al
centro di carreggiata. Gran parte di queste strade sono state rese "pedonali"
e dunque al servizio del mezzo pubblico. Oppure sono stati o saranno
utilizzati, dove possibile, ponti e viadotti appartenuti a ferrovie
dismesse o conferiti al nuovo mezzo di trasporto. Quello che mi è
sembrato più emblematico di questo geniale sistema è stata
la conversione del ponte Luis I, simbolo di Porto che quale novella
araba fenice, sta subendo un profondo restauro in quanto si appresta
ad accogliere al piano superiore la linea D del Metro do Porto. Il primo
livello, quello a pelo del fiume Duero, continuerà ad ospitare
il traffico gommato.
Il ponte risale al 1866 e fu costruito da un allievo di Eiffel. Esso
connette il centro cittadino con il quartiere di Villa Nova de Gaia
famoso per le fabbriche di vino "Porto".
Per il passato proprio questo secondo livello a mt. 70 di altezza, ospitò
il traffico promiscuo prima con il tram e poi con il filobus. La sua
destinazione ad accogliere il Metro sarà ovviamente ad uso esclusivo.
La marcia è ovviamente a destra a causa della promiscuità
tra itinerari esclusivi e stradali.
Grazie dell'attenzione e buona domenica a tutti
Filobustiere
Figurino del Flexity di Porto (Fonte Bombardier)
Tutte
le foto by Filobustiere (Luglio 2005)
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Il ponte in corso di adattamento al nuovo ruolo
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