Il
caratteristico bus rosso a due piani del City Sightseeing che ha riscosso
tanto successo tra i turisti in visita a Napoli, arriva anche sul Vesuvio.
Questa notizia riportata anche da questo sito ha fatto affollare nella
mia mente ed in rapida successione, la più che centenaria storia
del trasporto sul vulcano. Mi è venuta voglia di esibire qualche
cartolina che la ricorda con qualche piccola annotazione. Per carità:
nessuna velleità letteraria. Ben altre penne si sono cimentate
in questa materia. Una per tutte quella di Gamboni/Neri autori di un
bellissimo libro chiamato, guarda caso "Funiculì, funiculà".
Io invece ho immaginato i frequentatori di Mondo Tram in visita a casa
mia e trattenuti per vedere insieme qualche immagine. Siete pronti?
Ci manca solo la macchinetta per il caffè che non mancherei di
offirivi.
L'altro ieri
Il Vesuvio, alto poco più i 1200 mt, è un vulcano tuttora
in attività malgrado il suo aspetto tranquillizzante. Durante
l'800 quando l'industria turistica incomiciava a muovere i primi passi,
un'ascesa sulla sua sommità, ai bordi del cratere, costituiva
già meta di grande interesse tra quelle proposte ai turisti della
regione Campania.
Mancando il territorio di strade e non di meno di mezzi di trasporto,
l'escursione si effettuava affidandosi alle proprie gambe, a sentieri
precari, a portantine, a guide turistiche e dove possibile a cocchieri.
Infatti una veloce intuizione commerciale che da sempre ha distinto
le genti di queste parti, fece fiutare il buon affare del turismo a
varie categorie di individui che presto sarebbero diventate una vera
e propria lobby.
Nel 1870 l'osservazione di un crescente ed apprezzabile afflusso di
turisti, spinse un imprenditore ungherese sig. Oblieght ad affidare
ad alcuni ingegneri sig. Galanti ed altri, il progetto per la costruzione
di una funicolare per vincere l'acclività dell'ultimo tratto
dell'ascesa al cratere. Superate immaginabili difficoltà tecniche,
burocratiche ed "ambientali" il 6 Giugno 1880, la funicolare
del Vesuvio, mossa da energia a vapore, potè essere inaugurata.
La concomitante composizione della canzone "Funiculì funiculà"
di Denza e Turco, cantata in tutto il mondo, ne costituì formidabile
veicolo pubblicitario in un'epoca in cui i mass media erano in uno stato
meno che embrionale.
L'impianto era costituito da un tracciato di circa mt. 800 che correva
da un'altezza slm di mt. 791 alla sommità. Le due vetturette
battezzate Etna e Vesuvio cavalcavano una trave centrale dove due ruote
una anteriore ed una posteriore conferivano un minimo di stabilità
mentre l'equilibrio era assicurato da quatto ruote più piccole
ed inclinate che correvano lungo la trave. La prima foto ci mostra appunto
il vagone Vesuvio in corsa.
Malgrado un certo successo commerciale, la gestione dell'impresa non
fu indenne da serii problemi finanziari tant'è che nel 1888 la
Compagnia fu espropriata ed affidata alla famosa Società Cook
di Londra. Questo cambio di gestione risvegliò ulteriori appetiti
da parte dell'esercito di persone che vivevano d'indotto dell'escursione
al Vesuvio. Le loro intemperanze per vedere soddisfatte le tracotanti
richieste, arrivarono a semidistruggere l'impianto. I Cook con la loro
flemma inglese cercarono un accordo e procedettero a riparare i danni
della battaglia. La nostra foto infatti ci mostra non una carrozza originale
ma una ricostruita.
Ieri
Agli albori del '900, l'avvento dell'energia elettrica fece rendere
conto ai Fratelli Cook dell'esigenza di modernizzare il vecchio impianto
a vapore. Tra gli anni 1903 e 1904 un grandioso progetto viene realizzato.
Non più calessi o gambe per arrivare alla stazione inferiore
della funicolare ma nientedimeno una ferrovia. Per quanto riguarda invece
l'impianto di risalita, esso sarebbe stato ricostruito con binari convenzionali
e due moderne carrozze mosse stavolta da energia elettrica.
La nascente "Ferrovia del Vesuvio" sarebbe partita a lato
della stazione della Circumvesuviava di Pugliano (oggi Ercolano) dopo
un breve periodo transitorio dove il terminal era leggermente più
a monte. L'ultimo tratto sarebbe stato agevolato da spingitori di costruzione
svizzeri della Società SLM di Winthertur su una cremagliera Strub.
Quindi addirittura da Napoli alla vetta del vulcano utilizzando completamente
il "ferro". Circumvesuviana linea di Poggiomarino, fino a
Pugliano, poi la Ferrovia e la Funicolare del Vesuvio.
Questo periodo è documentato da quattro cartoline. Nella prima
vediamo una nuova carrozza della funicolare. Nelle altre ed in ordine.
La stazione ed il piccolo deposito di Pugliano a lato dei binari di
corsa della Circum. Lo stato dei luoghi è molto cambiato ma la
Chiesa del Santuario di Pugliano è ancora lì. Una vettura
tranviaria in corsa nella zona del colle Umberto. Alcuni spingitori
automotori in attesa dell'incarico di portare su una vettura della ferrovia
o tranvia.
L'esercizio così organizzato è andato avanti per molti
anni anche se sovente disturbato dalle manifstazioni effusive del vulcano.
Il marzo 1944 il Vesuvio erutta per l'ultima volta distruggendo la funicolare
che non sarà mai più ricostruita. La tranvia stancamente
continua il suo esercizio fino all'autunno del 1955 quando sarà
soppressa.
Intanto nel 1953 un signore svizzero Van Roll, ottiene la concessione
trentennale per la costruzione di una seggiovia con carrelli biposto.
Il nuovo servizio rispetterà le scadenze ma non sarà indenne
da serii problemi essendo intimamente legato alle condizioni atmosferiche
ed alla velocità del vento. Infatti molto spesso l'esecizio viene
sospeso ed ai turisti non resta che proseguire a piedi attraverso impervi
sentieri. Nel 1983 chiuderà anche la seggiovia senza molti rimpianti.
Nella foto un carrello che provvidenzialmente è stato ricoverato
dopo la chiusura, a testimonianza, nel Museo Ogliari di Ranco
Oggi
Oggi la visita al Vesuvio si effettua raggiungendo quota 1000 per poi
proseguire a piedi attraverso un sentiero reso più agevole da
lavori importanti ma per quanto possibile, discreti e rispettosi del
contesto. Ci si può arrivare in auto propria o con bus pubblico
o utilizzando come dicevamo il servizio "City Sightseeing".
Esso parte da Napoli accanto al Maschio Angioino come da foto a colori.
L'itinerario non utilizza l'autostrada ma la strada costiera detta del
"Miglio d'Oro". Quindi possibilità di osservazione
delle numerose ville di epoca borbonica e del Palazzo Reale di Portici.
Il servizio si avvale di autobus a due piani di costruzione spagnola
AYATS corredati di cuffiette con spiegazioni multilingue.
Domani
Vale la pena di ricordare il progetto di una nuova funicolare dell'arch.
Pagliara (citato nell' inserto su Bellavista del TdS by Filobustiere)
da realizzare in occasione di Italia '90 e mai finito per il veto posto
dal partito dei Verdi. Oggi se passate sull'autostrada ed osservate
il vulcano, lo vedrete inciso da un lato. E' il ricordo dell'opera di
Pagliara incompiuta.
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Per
il resto si parla tanto di un nuovo treno a cremagliera o addirittura
del Translhor. E' mia opinione personale che per molto tempo la situazione
resterà quella di oggi. Forse la novella funicolare sarebbe stata
l'unica via per mettere d'accordo esigenze turistiche e rispetto della
natura. Ma così non è stato. Pertanto ritengo che nell'immediato
non vedremo novità. Ma in Italia si sa, molte volte si aspettano
decenni per poi vedere in poco tempo qualcosa di nuovo senza neanche
avere il tempo di esprimere pareri. E poi dobbiamo sempre sentire cosa
ne pensa "Don Vesuvio" che al momento dorme tranquillo.
Grazie
dell'attenzione e buona domenica a tutti i trammofili d'Italia da
Filobustiere
Tutte
le cartoline collezione Filobustiere
Eccetto:
Napoli dal colle Umberto: collezione A. Falcone
Napoli Sightseeing: da foto by Filobustiere
Il carrello della seggiovia: da foto del Museo di Ranco
Consultato il bellissimo libro "Funiculì Funiculà"
di Gamboni e Neri |