Mondo Tram
IL TRAM DEL SABATO di Filobustiere

Ogni sabato appuntamento con un'immagine di tram e la sua storia

(5 FEBBRAIO 2005) - IL PARCO MUSEO MET. RO. A ROMA OSTIENSE

Per chi è abituato a viaggiare e soprattutto all'estero, non è dificile che vi scopra una spiccata cultura di conservazione nel campo dell'archeologia industriale. E con essa non sono pochi gli esempi di Musei dedicati al trasporto o anche, specificamente, ai tram.
Spesso queste iniziative hanno anche una valenza turistica o addirittura commerciale. Ciò dimostra che investire in restauri, può anche essere un buon affare. Basti pensare ai noleggi di tram occasionali o giri turistici di città d'arte con vetture d'epoca. Ne abbiamo parlato spesso anche dalle pagine di questo sito. Purtroppo in Italia in questo campo si fa poco o niente . E il più delle volte i nostri cari tram dismessi, prendono mestamente la via della rottamazione.
Quindi l'iniziativa intrapresa dalla Met.Ro (Metropolitana di Roma Spa) di aver creato un parco espositivo con le vecchie glorie di alcuni rotabili delle ferrovie secondarie del Lazio, appare degna di nota e di incoraggiamento. Artefici di questa operazione controcorrente sono stati il prof. Crielesi, l'arch. Palamà ed una squadra di tecnici aziendali. Al momento la sua visita si può effettuare solo con appuntamento ed opportuni permessi. Sono convinto però che presto ci sarà un'apertura regolare almeno nei weekend.
Ho avuto la fortuna di effettuarvi una visita a fine dicembre, grazie alla cortesia di un dirigente. Ho visto veramente delle belle cose che ho provveduto a fotografare con il pensiero rivolto agli amici di Mondotram.
Il parco ricavato in quello che era lo scalo merci della stazione terminale della Roma/Ostia, è all'aperto. Vi si accede per un corridoio dove in una piccola saletta, viene esibito un plastico ferroviario funzionante regalato dalla famiglia Urbinati. L'opera fu infatti realizzata dall'ing. Alessandro figlio di Mario Urbinati, il geniale inventore della giostra che da lui prese il nome. Il paesaggio descritto è quello sardo dell'impianto idroelettrico di Osilo immerso in uno schema ferroviario che pur con una certa semplicità, si fa comunque ammirare per la sua originalità. Del resto all'epoca in cui fu realizzato, anni 60, i materiali per il modellismo non erano davvero assortiti e il modellista doveva talvolta inventarsi soluzioni singolari per realizzare il manufatto.
Giungiamo così nell'area espositiva accolti da quella che secondo me, è la vedette dell'esposizione: una vettura tranviaria della compagnia STEFER in servizio sulla rete dei Castelli, tratto urbano da Termini a Cinecittà. La sua matricola è la 404 ed appartiene ad una serie numerata da 401 a 412, la prima realizzata con il sistema dell'ing. Urbinati. Fu costruita dalle Officine Meccaniche della Stanga nel 1941 con equipaggiamento elettrico TIBB. Questi tram rappresentarono il primo esempio al mondo di una vettura a due casse e tre carrelli di cui quello centrale recava lo snodo o "giostra". Il brevetto fu presto emulato da altri costruttori italiani e stranieri, non solo nel campo tranviario ma anche in quello del trasporto su gomma. La 404 restò in servizio fino alla famosa data storica del 15 febbraio 1980 quando con l'apertura della linea Metro A, fu definitivamente chiusa la tratta per Cinecittà, ultimo residuo della rete dei Castelli Romani. Non lontano incuriosisce la presenza di un carro pianale del 1951 anche esso usato fino al 1980 per interventi su catenaria della stessa rete.
Quindi troviamo una bellissina elettromotrice del 1931 appartenuta alla Ferrovia Roma Flaminio/Viterbo: una delle ferrovie secondarie più belle d'Italia a scartamento ordinario e alimentazione a 3300 V. La macchina in questione è la 21: prima della serie 21/30. Anch'essa fu costruita dalle officine della Stanga. Si noti in foto l'indicazione dello scompartimento per la posta. La linea per Viterbo è tuttora in efficiente servizio anche se, giustamente, sempre più con caratteristiche di ferrovia suburbana. Tuttavia Met.Ro. intenderebbe organizzare treni turistici con impiego di materiale d'epoca considerato la bellezza dei paesaggi attraversati da questa linea.
Il locomotore appartenuto alla Roma Fiuggi con il suo scartamento inusuale di cm 95 e alimentazione 1650 V, risale nientedimeno che al 1915. La paternità fu di Breda e la famiglia contava 4 esemplari. Il numero 4 pare che sia ancora in servizio. La ferrovia in questione arrivava fino a Frosinone dov'è ancora visibile il FV di fronte a quello delle FS. Attraversava il territorio adiacente la Via Prenestina e fu anch'essa ferrovia dalle potenzialità turistiche illimitate. Purtroppo nel tempo ha subito una serie di ridimensionamenti fino ad attestarla in località Pantano Borghese. Nel tratto fuori città è stata di recente interessata a notevoli lavori preliminari per la sua trasformazione in linea C della Metro Roma. Ciò comporterà l'adozione dello scartamento 1435 e la fine della pericolosa coesistenza con il traffico urbano. Vedi incidente del 27 u.s. su forum MT.
Infine si fa ammirare per la sua singolare livrea castano, il locomotore 05 unico sopravvissuto della famiglia 1/9 classe 1922 che gioca in casa in quanto appartenuto alla Roma/Ostia. Fu costruito dalla Carminati e Toselli per la parte meccanica e TIBB per la parte elettrica. Nato per alimentazione a 2600 V, è stato successivamente modificato per i 3000 V. La Roma/Ostia ha uno scartamento di 1435 il che la rende compatibile con la linea B della Metro con la quale condivide molti servizi ed in parte il materiale rotabile. Fino a qualche anno fa c'era infatti un servizio diretto Termini/Ostia giudicato molto utile dall'utenza. Ciò fu appunto possibile grazie all'interconnessione degli itinerari ed alla compatibilità dei materiali. Anche su questa linea si starebbe pensando al recupero di materiale accantonato per un uso dinamico a fini turistici.
Alla fine della visita mi colpisce al centro dell'area, un bel pacco dalle dimensioni enormi. La vicinanza delle feste di fine anno, mi fa pensare ad una confezione dono. Il mio illustre accompagnatore mi spiega invece che si tratta della motrice 70 dei Castelli Romani che è stata "imballata" per preservarla da ulteriori danni. L'azienda intenderebbe restaurarla per esporla in questo parco. Si attende l'opportuno stanziamento.
Al termine della visita, mi congedo con grande soddisfazione per ciò che è stato fatto. Ma mi rendo anche conto che molto altro ci sarebbe da fare. Penso allora che facendo sentire agli organizzatori l'interesse degli appassionati e degli amanti della cultura della conservazione, si potranno stimolare ulteriori sviluppi di questa bellissima esposizione.

Buona domenica a tutti i trammofili d'Italia.

Filobustiere


Foto 1 e 2 Vettura tranviaria 404
Foto 3 Carro pianale 1 per interventi su catenaria
Foto 4 Elettromotrice Roma/VT 21 con gruetta manuale per scalo merci
Foto 5 Locomotore 1 Roma/Fiuggi
Foto 6 Locomotore 5 della Roma/Ostia
Foto 7 L'albero geneaologico della famiglia Met. Ro. Spa
Tutte le foto by Filobustiere


foto 1


foto2


foto 3


foto 4


foto 5


foto 6


foto 7