Per
chi è abituato a viaggiare e soprattutto all'estero, non è
dificile che vi scopra una spiccata cultura di conservazione nel campo
dell'archeologia industriale. E con essa non sono pochi gli esempi di
Musei dedicati al trasporto o anche, specificamente, ai tram.
Spesso
queste iniziative hanno anche una valenza turistica o addirittura commerciale.
Ciò dimostra che investire in restauri, può anche essere
un buon affare. Basti pensare ai noleggi di tram occasionali o giri
turistici di città d'arte con vetture d'epoca. Ne abbiamo parlato
spesso anche dalle pagine di questo sito. Purtroppo in Italia in questo
campo si fa poco o niente . E il più delle volte i nostri cari
tram dismessi, prendono mestamente la via della rottamazione.
Quindi
l'iniziativa intrapresa dalla Met.Ro (Metropolitana di Roma Spa) di
aver creato un parco espositivo con le vecchie glorie di alcuni rotabili
delle ferrovie secondarie del Lazio, appare degna di nota e di incoraggiamento.
Artefici di questa operazione controcorrente sono stati il prof. Crielesi,
l'arch. Palamà ed una squadra di tecnici aziendali. Al momento
la sua visita si può effettuare solo con appuntamento ed opportuni
permessi. Sono convinto però che presto ci sarà un'apertura
regolare almeno nei weekend.
Ho avuto la fortuna di effettuarvi una visita a fine dicembre, grazie
alla cortesia di un dirigente. Ho visto veramente delle belle cose che
ho provveduto a fotografare con il pensiero rivolto agli amici di Mondotram.
Il
parco ricavato in quello che era lo scalo merci della stazione terminale
della Roma/Ostia, è all'aperto. Vi si accede per un corridoio
dove in una piccola saletta, viene esibito un plastico ferroviario funzionante
regalato dalla famiglia Urbinati. L'opera fu infatti realizzata dall'ing.
Alessandro figlio di Mario Urbinati, il geniale inventore della giostra
che da lui prese il nome. Il paesaggio descritto è quello sardo
dell'impianto idroelettrico di Osilo immerso in uno schema ferroviario
che pur con una certa semplicità, si fa comunque ammirare per
la sua originalità. Del resto all'epoca in cui fu realizzato,
anni 60, i materiali per il modellismo non erano davvero assortiti e
il modellista doveva talvolta inventarsi soluzioni singolari per realizzare
il manufatto.
Giungiamo così nell'area espositiva accolti da quella che secondo
me, è la vedette dell'esposizione: una vettura tranviaria della
compagnia STEFER in servizio sulla rete dei Castelli, tratto urbano
da Termini a Cinecittà. La sua matricola è la 404 ed appartiene
ad una serie numerata da 401 a 412, la prima realizzata con il sistema
dell'ing. Urbinati. Fu costruita dalle Officine Meccaniche della Stanga
nel 1941 con equipaggiamento elettrico TIBB. Questi tram rappresentarono
il primo esempio al mondo di una vettura a due casse e tre carrelli
di cui quello centrale recava lo snodo o "giostra". Il brevetto
fu presto emulato da altri costruttori italiani e stranieri, non solo
nel campo tranviario ma anche in quello del trasporto su gomma. La 404
restò in servizio fino alla famosa data storica del 15 febbraio
1980 quando con l'apertura della linea Metro A, fu definitivamente chiusa
la tratta per Cinecittà, ultimo residuo della rete dei Castelli
Romani. Non lontano incuriosisce la presenza di un carro pianale del
1951 anche esso usato fino al 1980 per interventi su catenaria della
stessa rete.
Quindi troviamo una bellissina elettromotrice del 1931 appartenuta alla
Ferrovia Roma Flaminio/Viterbo: una delle ferrovie secondarie più
belle d'Italia a scartamento ordinario e alimentazione a 3300 V. La
macchina in questione è la 21: prima della serie 21/30. Anch'essa
fu costruita dalle officine della Stanga. Si noti in foto l'indicazione
dello scompartimento per la posta. La linea per Viterbo è tuttora
in efficiente servizio anche se, giustamente, sempre più con
caratteristiche di ferrovia suburbana. Tuttavia Met.Ro. intenderebbe
organizzare treni turistici con impiego di materiale d'epoca considerato
la bellezza dei paesaggi attraversati da questa linea.
Il locomotore appartenuto alla Roma Fiuggi con il suo scartamento inusuale
di cm 95 e alimentazione 1650 V, risale nientedimeno che al 1915. La
paternità fu di Breda e la famiglia contava 4 esemplari. Il numero
4 pare che sia ancora in servizio. La ferrovia in questione arrivava
fino a Frosinone dov'è ancora visibile il FV di fronte a quello
delle FS. Attraversava il territorio adiacente la Via Prenestina e fu
anch'essa ferrovia dalle potenzialità turistiche illimitate.
Purtroppo nel tempo ha subito una serie di ridimensionamenti fino ad
attestarla in località Pantano Borghese. Nel tratto fuori città
è stata di recente interessata a notevoli lavori preliminari
per la sua trasformazione in linea C della Metro Roma. Ciò comporterà
l'adozione dello scartamento 1435 e la fine della pericolosa coesistenza
con il traffico urbano. Vedi incidente del 27 u.s. su forum MT.
Infine si fa ammirare per la sua singolare livrea castano, il locomotore
05 unico sopravvissuto della famiglia 1/9 classe 1922 che gioca in casa
in quanto appartenuto alla Roma/Ostia. Fu costruito dalla Carminati
e Toselli per la parte meccanica e TIBB per la parte elettrica. Nato
per alimentazione a 2600 V, è stato successivamente modificato
per i 3000 V. La Roma/Ostia ha uno scartamento di 1435 il che la rende
compatibile con la linea B della Metro con la quale condivide molti
servizi ed in parte il materiale rotabile. Fino a qualche anno fa c'era
infatti un servizio diretto Termini/Ostia giudicato molto utile dall'utenza.
Ciò fu appunto possibile grazie all'interconnessione degli itinerari
ed alla compatibilità dei materiali. Anche su questa linea si
starebbe pensando al recupero di materiale accantonato per un uso dinamico
a fini turistici.
Alla fine della visita mi colpisce al centro dell'area, un bel pacco
dalle dimensioni enormi. La vicinanza delle feste di fine anno, mi fa
pensare ad una confezione dono. Il mio illustre accompagnatore mi spiega
invece che si tratta della motrice 70 dei Castelli Romani che è
stata "imballata" per preservarla da ulteriori danni. L'azienda
intenderebbe restaurarla per esporla in questo parco. Si attende l'opportuno
stanziamento.
Al termine della visita, mi congedo con grande soddisfazione per ciò
che è stato fatto. Ma mi rendo anche conto che molto altro ci
sarebbe da fare. Penso allora che facendo sentire agli organizzatori
l'interesse degli appassionati e degli amanti della cultura della conservazione,
si potranno stimolare ulteriori sviluppi di questa bellissima esposizione.
Buona
domenica a tutti i trammofili d'Italia.
Filobustiere
Foto 1 e 2 Vettura tranviaria 404
Foto 3 Carro pianale 1 per interventi su catenaria
Foto 4 Elettromotrice Roma/VT 21 con gruetta manuale per scalo merci
Foto 5 Locomotore 1 Roma/Fiuggi
Foto 6 Locomotore 5 della Roma/Ostia
Foto 7 L'albero geneaologico della famiglia Met. Ro. Spa
Tutte le foto by Filobustiere
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