Mondo Tram
IL TRAM DEL SABATO di Filobustiere

Ogni sabato appuntamento con un'immagine di tram e la sua storia

(10 dicembre 2005) - Il museo dei tram di Porto e le linee storiche (seconda parte)
 

Dopo aver scorrazzato sui tram storici delle linee 18 e 1E sull'itinerario che scorre sulla riva sinistra del fiume Duero, visitiamo il Museo del Tram. Fondato nel 1992 annovera nelle sue finalità la conservazione dei mezzi storici e la diffusione della cultura dell'archeologia industriale. L'ingresso costa poco ma è gratuito per i possessori della tessera turistica di cui abbiamo parlato nell'uscita precedente del TdS.

L'edificio che lo accoglie consta di due blocchi. Quello di destra è una rimessa vera e propria nella quale si ricoverano le vetture in servizio sulle linee storiche oppure quelle operative e pertanto noleggiabili (vedi foto 1). Quello di sinistra invece ospita il Museo vero e proprio. Esso è preceduto da un atrio dove sono in vendita souvenir e pubblicazioni. Prende il nome di Massarelos in quanto tale era il nome della Centrale Termica che un tempo l'occupava e che alimentava la rete tranviaria.

Entriamo quindi nel padiglione museale arredato con eleganti pali di catenaria in ghisa ed, ovviamente, con i binari sui quali sono esposte le vetture.

Ci viene incontro il più antico esemplare ospitato tra queste mura. Era una vettura ippotrainata servita da due muli (vedi foto 2) qui ricostruiti in maniera realistica. Fu costruita nel 1874 in Inghilterra negli stabilimenti Starbuck e poteva ospitare 12 persone. Con l'avvento della trazione elettrica fu trasformato in rimorchio e rimase in servizio fino al 1960. La vettura 22 (vedi foto 3 con Filobustiere che riprova a farsi assumere, invano) ha una bella storia articolata. Uscì sempre dallo stabilimento Starbuck come tram a cavalli dove potevano trovare posto 18 persone sedute su panche longitudinali. Appena nel 1895 fu motorizzato su chassis Brill 21 E. Dopo una bella e lunga carriera, fu smotorizzato nel 1930 per divenire un rimorchio. Infine rimotorizzato nel 1991 in vista di essere accolto nel museo come testimonianza vivente della sua serie.

Arriviamo così al cospetto della vettura 100 (vedi foto 4) costruita a Filadelfia  dalle officine Brill nel 1905, fu gravemente danneggiato in un incendio nel 1928 nel deposito di Boavista. Il suo aspetto odierno è frutto di un attento restauro effettuato nel 1991 per le finalità museali. Notate che a prescindere dal colore, esso ha una straordinaria somiglianza con il veicolo in servizio sulla tranvia turistica per Praca das Macas di cui abbiamo parlato in questa rubrica.

Il "carro electrico" 250 (vedi foto 5) ci riguarda molto da vicino. Fu costruito nelle officine sociali nel 1927 utilizzando un motore Breda, particolare che gli valse il nome di "carro italiano". Servì la città fino al 1981. Anch'esso subì un serio maquillage per guadagnersi un posto nel museo.

Visibilmente più moderna ci appare la macchina 373 (vedi foto 6), monodirezionale. Risale infatti "appena" al 1949 e rappresentò un prodotto delle stesse officine sociali utilizzando una motorizzazione Brill da 55 cavalli. Viaggiò fino al 1974. Nel 1990 fu salvata dalla fiamma ossidrica e destinata al Museo.

Infine la 500 (foto 7) rappresentò esemplare unico di una serie sperimentale del 1951. I suoi due motori da 68 cavalli, la sua lunghezza di circa 10 mt e la sua capacità di 22 passeggeri seduti, ne facevano un prodotto assolutamente innovativo. Purtroppo l'esperimento non ebbe seguito. Benchè figlio unico, questo tram viaggiò fino 1971 senza dare alcun problema di efficienza.

La nostra visita al Museo si concluderà la prossima puntata quando osserveremo i veicoli di servizio.

Tutte le foto by Filobustiere

Grazie dell'attenzione e buona domenica a tutti i trammofili d'Italia 

 

 

Filobustiere

 

 


FOTO 1

FOTO 2

FOTO 3

FOTO 4

FOTO 5

FOTO 6

FOTO 7

 

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