Mondo Tram
IL TRAM DEL SABATO di Filobustiere

Ogni sabato appuntamento con un'immagine di tram e la sua storia

3 febbraio 2007 - I tram sotto le bombe
 

Sto leggendo un libro straordinario quanto mastodontico: "La guerra totale" scritto dalla Prof.sa Gabriella Gribaudi. E' il resoconto tragico, triste, impietoso, degli effetti della guerra sulla popolazione civile di Napoli e del suo territorio. L'autrice fa parlare i protagonisti, cita i documenti, riporta le relazioni del tempo. Ne esce un quadro che commuove, avvince ed emoziona dalla prima all'ultima delle oltre 600 pagine. I fumosi e frammentati racconti dei nostri genitori e la filmografia talvolta adattata ad esigenze di sceneggiatura, trovano nelle pagine del libro la definitiva e rigorosa cronaca di un periodo storico che si potrebbe definire con l'aggettivo apocalittico.

I vincitori, i vinti, i partiti, i dittatori, gli eserciti, le strategie, le alleanze, risultano lontani, quasi assenti. La vera protagonista è invece l'umanità straziata e lacera del popolo napoletano.

In quelle tristi giornate il tram, veicolo popolare per eccellenza, appare sovente una vittima con il suo carico umano quando viene colpito dalle bombe nemiche; unico ed insostituibile amico per gli spostamenti da un quartiere all'altro in mancanza di altri mezzi; insperato alleato quando funge da barricata per difendersi dai tanks tedeschi durante le "Quattro giornate". 

Tra i tanti episodi bellici che lo videro protagonista, quello più noto per la località popolare in cui si svolse, fu quello accaduto a Monteoliveto (vedi foto 1). Dal libro "I cento bombardamenti di Napoli" di A. Stefanile Le bombe, come è noto, caddero in pieno giorno sul centro cittadino, senza che fosse suonato l'allarme; colpirono mentre la città era nel pieno ritmo di vita, mentre la gente si tratteneva nelle strade, si accingeva a raggiungere la propria casa dopo una giornata di lavoro (...) A via Monteoliveto, quasi all'altezza dei magazzini della Provvida, transitavano, in quel fatale momento, due vetture tranviarie cariche di passeggeri. Uno stick di bombe, che doveva colpire d'infilata anche il Palazzo delle Poste e gli altri edifici vicini, fino a Santa Chiara, prese in pieno i due tram (...) Le vetture, centrate dagli aerei, saltarono in aria con il loro carico umano, mentre tra le lamiere contorte e quasi polverizzate era un macabro ammasso di membra insanguinate. Era il 4 dicembre 1942.

Un altro fatto che ebbe per protagonista il tram, forse meno noto, riguardò la rete delle Tranvie Provinciali. Questa rete che in altra conversazione ho paragonato a quella enorme delle Ferrovie Vicinali Belghe, aveva il suo capolinea nella grande piazza di Porta Capuana (oggi Piazza Enrico De Nicola). Collegava il capoluogo con i tanti comuni rurali dell'interland. La sua eredità è stata raccolta dall'attuale CTP che ne ha festeggiato l'8 dicembre scorso, i 125 anni di esistenza.

Il perenne aspetto fatiscente dei suoi tram, era aggravato da una triste livrea marrone scuro. Le motrici con il caratteristico doppio trolley a rotella, erano in genere accoppiate con uno o due rimorchi. Ciò conferiva loro un aspetto di convoglio ferroviario. La piazza del capolinea era limitata da un edificio dall'improbabile funzione di stazione dove si svolgeva un animatissimo via, vai di passeggeri che sovente viaggiavano con incredibili masserizie (vedi foto 2). Diverse erano le rimesse: una di esse si trovava ad Aversa dove era anche presente un FV (vedi foto 3).

Proprio nella piazza Porta Capuana si svolse l'esordio dell'episodio riferito da un testimone nel libro "La guerra totale".

4 Aprile 1943 h. 15.04 C'era stato il preallarme e tutti volevano fuggire Ci fu quasi una violenza al capostazione perchè desse il via...che c'era un tram ordinario ed uno straordinario, ognuno di tre vetture che passavano per San Pietro (quartiere periferico di Napoli ndr) Andiamo, andiamo, non vogliamo rimanere a Napoli. Non pensando che il tram avrebbe fatto un percorso lungo il muro di cinta dell'aereoporto con i suoi hangar e gli aerei tedeschi. (...) Il tram in cui stavo io riuscì ad arrivare a San Pietro all'altezza dell'ufficio postale dove c'era solo una rete che consentiva di vedere enormi hangar dei tedeschi che gli americani erano riusciti a centrare. Tutti terrorizzati scesero dal tram scappando verso la campagna dove furono mitragliati. Fuoco incrociato tra le batterie ed i bombardieri americani. Fui raggiunto da queste schegge alla mandibola ed alla coscia (...) La visione che è rimasta scolpita nella mia retina è questo spettacolo di questo gregge, di queste persone che camminavano bocconi.

Dopo la guerra si disse che dall'alto i due convogli tranviari, erano apparsi ai puntatori dei bombardieri come treni e pertanto erano stati i primi ad essere colpiti provocando un massacro di povera gente la cui unica colpa era stata quella di cercare di salvare la vita scappando dalla città.

Quella strada che si chiamava "Via Tranvai", oggi opportunamente si chiama Via 4 Aprile 1943.

Il prof. Cozzolino ci fornisce le seguenti informazioni preziose circa i veicoli coinvolti. Il 29 settembre dello stesso anno, un altro degli ormai quotidiani e catastrofici bombardamenti si abbattè sul deposito di Capodichino (stessa zona aereoportuale). Nella distruzione totale, il solerte cronista annotò che le motrici 150 e 141 trovate bruciate, in realtà lo erano già prima dell'incursione. Quasi certamente erano esse le sventurate del 4 aprile. Subito dopo la guerra, la prima fu ricostruita "in casa" ed assunse la matricola 104 (vedi foto 4). Mentre la seconda che versava in uno stato più grave, fu trasformata in rimorchio con la matricola 341 usufruendo di pezzi della disastrata 142. Nei successivi anni ed in attesa della cosidetta motorizzazione privata, il tram provinciale riprese in pieno la sua preziosa funzione soffrendo però di gravi carenze di materiale rotabile (vedi foto 5). Ricordo che le Tranvie Provinciali noleggiarono in quel periodo vetture dall'ATAN con cui condividevano lo scartamento ed il sistema di alimentazione. Forse fu questa fame di veicoli che spinse la dirigenza a riconvertire la 341 in motrice con il numero 142, lo stesso dell'artefice della sua novella vita di araba fenice. 

La rete delle Tranvie Provinciali Napoletane scomparve nel 1960 sostituita da una flotta di bus e in minima parte di filobus.

Grazie dell'attenzione e buona domenica a tutti i trammofili d'Italia dal Vostro

Filobustiere

Foto 1 e 3 da collezione G. Fiorentino

Foto 2 e 4 da collezione privata

Foto 5 da collezione istituzionale


FOTO 1

 

FOTO 2

 

FOTO 3

 

FOTO 4

 

FOTO 5

 

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