CURIOSITA’ VARIE
Come ho rammentato, la manutenzione di mezzi ed impianti è stata fino
all’ultimo giorno impeccabile.
Quando venne installata, in molte strade la rete aerea venne ancorata
agli edifici da ganci inseriti in caratteristici rosoni, secondo il
gusto dell’epoca, ancora visibili su molte facciate, e quindi
utilissimi all’appassionato di tram per ricostruirne gli antichi
percorsi. Negli anni anni ’50 molti di questi rosoni erano già stati
abbandonati e sostituiti da comuni ganci non mascherati. In Piazza
Duomo, e la cosa oggi appare francamente incredibile, la rete era
agganciata direttamente alle mura della Cattedrale; tale situazione si
protrasse fino al 1970, quando venne eliminata l’ultima linea
filoviaria transitante per Piazza Duomo, la 23. Sul lato campanile
erano stati installati alcuni pali in metallo, quando alla linea di
alimentazione tranviaria si affiancò il bifilare filoviario. Ricordo a
questo proposito un gustoso aneddoto, che bene illustra quale fosse il
carattere dei fiorentini dell’epoca. In breve, nel 1948 la
Soprintendenza alle Belle Arti aveva bloccato i lavori agli impianti
aerei di Piazza San Giovanni, che necessitavano di nuovi cavi e nuovi
tiranti, negando all’ATAF il permesso di perforare i preziosi marmi
del Battistero per inserirvi i ganci di sostegno: in effetti, si
trattava di una decisione ineccepibile, ma tale da mettere a
repentaglio il servizio tranviario sulle più importanti linee. In
piena notte partì quindi dal deposito delle Cure una squadra di
volontari su un carro scala, e la mattina seguente la Soprintendenza
si trovò davanti al fatto compiuto. Non si seppe mai esattamente chi
avesse deciso il colpo di mano, probabilmente un caposquadra con la
complicità di qualche responsabile, di certo l’iniziativa consentì ai
tram di transitare nella zona per qualche anno ancora.
Ancora qualche curiosità, questa volta di tipo lessicale: a Firenze,
dove ancora oggi non è raro sentir dire “Vado a prendere il tram”
(frase che in pochi mesi dovrebbe riacquistare il suo vero
significato), si usavano alcuni termini caratteristici, molti dei
quali sicuramente destinati alla sparizione, ad onta del prossimo
ritorno del tram sulla scena fiorentina. In particolare, il veicolo
stesso veniva definito di solito tranvai, mentre i binari erano
nell’uso comune etichettati con il termine verghe. La piastra
metallica che chiude il tombino situato nell’elegante Piazza Strozzi,
ancor oggi in loco, reca impressa la scritta “Tramways fiorentini”,
mentre su quella collocata a metà della popolare Via de’Pepi, essa
pure ancora al suo posto, si legge un più domestico “Tranvai
fiorentini”.
Le aste di presa di tram e filobus erano impropriamente definite
pulegge; si usava dire che i tranvieri battevano gli
scambi (a causa del secco rumore provocato dall’azionamento del
meccanismo stesso).
Le linee venivano sempre identificate al maschile, come del resto si
usa fare anche oggi: il 6, il 17, il 19, etc. I servizi limitati
venivano definiti sbarrati.
Un‘ultima annotazione lessicale, che si riferisce ad epoca
precedente: il ricordo della passata linea tranviaria rimane nel nome
di Curva di Regresso, sulla salita per Fiesole, così definita
perché i tram provenienti da Firenze appunto regredivano verso
sinistra prima di impegnare l’ultima salita verso Piazza Mino
Ricordo ancora una volta che l’ultimo giorno di esercizio tranviario a
Firenze è stato il 20 gennaio 1958.
Cessato il servizio, le vetture superstiti vennero avviate alla
demolizione senza indugio, cosicché oggi nessun veicolo rimane a
testimonianza della passata prima era tranviaria a Firenze. Gli
impianti fissi vennero demoliti progressivamente, nell’arco di vari
decenni: le ultime rotaie vennero rimosse da Via Vecchietti nel 1997.
Con l’apertura dei primi cantieri sulla linea 1 Firenze S. M. Novella
– Scandicci si può affermare che la seconda era tranviaria fiorentina
è ormai cominciata ed accanto a quelli di nuova costruzione, in forma
moderna verranno recuperati non pochi degli antichi percorsi. |