Report n. 1 Luglio – Settembre 2004
A cura di Stefano Ginanneschi,
Segretario UTP Firenze
328/1227805
Stefagin@inwind.it
Stefagin@libero.it
Al Presidente UTP Dott. Massimo Ferrari
Al Segretario Nazionale UTP Ing. Agostino Fornaroli
Al Segretario UTP Prato Dott. Davide Puccianti
Al Vicesindaco di Firenze Dott. Giuseppe Matulli
All’Assessore ai Trasporti Regione Toscana Dott. Riccardo Conti
All’Assessore ai Trasporti Provincia di Firenze, Stefano Giorgetti
Alla Direzione Regionale Toscana Trenitalia
Alla Presidente ATAF Firenze Dott.ssa Elisabetta Tesi
Comincia con questo mese l’aggiornamento trimestrale sulla situazione
del trasporto pubblico in provincia di Firenze e il resoconto delle attività
della Segreteria provinciale fiorentina di
UTP (Utenti Trasporto Pubblico) – Assoutenti.
L’obiettivo è fornire un quadro il più possibile completo delle criticità e dei passi in avanti riguardanti il trasporto pubblico nell’area vasta fiorentina, unitamente alle iniziative intraprese dalla Segreteria provinciale UTP in merito. L’augurio è che tali reports servano da punto di raccordo fra le esigenze degli utenti del trasporto pubblico nella piana fiorentina e le politiche intraprese a livello comunale, provinciale e regionale per favorire e migliorare l’utilizzo del trasporto pubblico in tutti i suoi vettori, attualmente disponibili, in futuro realizzabili o auspicabili.
1. TRASPORTO FERROVIARIO
La situazione del
trasporto ferroviario nel bacino fiorentino si presenta assai articolata, con
punti di buon funzionamento, unitamente a situazioni di disastrosa inefficienza.
1.A. Materiale Rotabile
Nel complesso buona
la qualità del materiale rotabile in servizio nel nodo fiorentino. Le
nuove locomotive elettroniche E 464 stanno progressivamente sostituendo gli
infaticabili E 646, assicurando in questo modo prestazioni all’altezza
della bisogna. Le carrozze a piano ribassato ristrutturate hanno ormai del tutto
sostituito le analoghe carrozze prive di condizionamento. Quest'ultimo sta dando
una discreta prova di buon funzionamento e ciò, unitamente ai nuovi e
più larghi moduli, ha decisamente innalzato la qualità del viaggio
su tali carrozze. Analogo processo di ristrutturazione e condizionamento hanno
subito quasi tutte le automotrici diesel Aln 668 – 663 in servizio sulla
Faentina e la linea per Siena, mentre si presentano solo con le tappezzerie
interne rifatte e sporadici interventi di condizionamento le carrozze MDVE –
MDVC. Il buon progetto di partenza di queste ultime le rende comunque tutt’oggi
più che apprezzabili nei percorsi medio – lunghi.
Si attende l’arrivo di altre 10 locomotive E 464, di 10 minuetto Diesel
e 6 Minuetto elettrici: in particolare questi ultimi costituiranno una novità
assoluta per l’ex compartimento fiorentino, ma sarà da ben valutare
il loro inserimento in relazioni adeguate alla loro effettiva capienza.
Non pienamente soddisfacente invece la prova data in due anni di esercizio dai
4 TAF assegnati a Firenze: frequenti i guasti all’impianto di condizionamento
e ad altri servizi di bordo. Facilmente preda di atti vandalici i bianchi interni
ed esterni di tali complessi: urgono interventi di completa pellicolatura interna
– esterna.
1.B. Frequenza e puntualità del
servizio
Questi due importanti
indicatori della qualità del servizio offerto risentono di perduranti
difficoltà organizzative all’interno di Trenitalia. La gran parte
dei ritardi, molto spesso superiori ai 20 minuti, non sono quasi mai dati da
problemi alle infrastrutture o di guasto al materiale rotabile, ma dalle seguenti
motivazioni:
a) mancanza di materiale rotabile di riserva; cosi che il ritardo su una relazione
si riverbera per tutta la giornata di servizio, dovendo ad esempio un convoglio
in ritardo A in arrivo alla stazione termine di corsa X ripartire quasi subito,
senza che sia disponibile un convoglio di riserva B in grado di effettuare la
partenza d’orario.
b) Insufficienza del PdM e mancanza generalizzata di turni di riserva. Anche
in questo caso una coppia di macchinisti in arrivo alla stazione X con un treno
A in ritardo farà necessariamente slittare la partenza del treno B su
cui la coppia deve prendere servizio.
c) Insufficienza del personale di manovra presso le principali stazioni in grado
di effettuare con tempestività operazioni di sgancio – aggancio
dei convogli.
1.C. Fabbricati Viaggiatori
Costituisce il vero
punto dolente dell’approccio del viaggiatore con il servizio ferroviario.
Due i punti di criticità nel bacino fiorentino, del resto comuni a tutta
la realtà toscana e nazionale:
a) insufficienza del personale addetto al rilascio dei titoli di viaggio. Sia
a Santa Maria Novella, che a Campo Marte, ma soprattutto a Rifredi, stazione
che serve migliaia di viaggiatori al giorno, i cui sportelli, in potenza 4,
si sono ormai ridotti ad uno solo efficiente, con orario pieno solo dal lunedi
al venerdi, mentre il sabato e la domenica tale sportello chiude alle 13.15,
senza contare le necessarie pause che il povero addetto deve osservare ogni
tanto per espletare i suoi più che giustificati bisogni corporali. Frequenti
i casi di tensione con i viaggiatori in attesa e l’allungamento abnorme
dell’unica fila. Addirittura emergenziale la situazione venutasi a creare
nel mese di agosto, allorquando la biglietteria ha chiuso ininterrottamente
il pomeriggio, con una sola emettitrice automatica in funzione, e solo fino
alle 19.30.
b) Impresenziamento generalizzato dei F.V. e conseguente abbandono degli stessi
ad atti di vandalismo. Urge trovare accordi con realtà locali per riaprire
gli spazi delle stazioni ad un utilizzo continuativo. Per quanto riguarda le
fermate del servizio ferroviario metropolitano, l’unico modo per contenere
gli atti di vandalismo resta invece la continua manutenzione degli stessi e
il perseguimento, una buona volta, da parte dell’autorità giudiziaria,
degli autori di tali gesti.
2. IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
2.A. L’ATAF
La storica azienda
di trasporto pubblico di Firenze si avvia ad essere riconfermata nelle gare
europee di affidamento del servizio di TPL Locale. Questa riconferma però
lascia sul tappeto il deficit maturato dall’azienda negli ultimi anni
e che ammonterebbe a circa 9 milioni di euro. La cifra in sé non è
elevatissima (appena il costo di 36 autobus nuovi), ma le disastrate casse del
Comune fiorentino non consentono di ripianare il buco contabile, né ciò
è più consentito dalle normative europee. Sono attualmente allo
studio misure come la ricapitalizzazione e la fusione con la Firenze parcheggi
spa, misure che dovrebbero risolvere il problema in tre-cinque anni.
Ammesso che in una società progredita il trasporto pubblico debba essere
per forza in pareggio o in attivo, risulta però più interessante
rilevare le cause di tale deficit. Ebbene, il Comune di Firenze è additato
da molte parti come il principale responsabile del tracollo economico di ATAF,
e ciò a causa di scelte di mobilità spesso punitive per l’azienda
di trasporto fiorentino. Scelte che, del resto, ATAF ha il più delle
volte subito passivamente.
Infatti, negli anni si sono susseguite scelte urbanistiche prive di una visione
coerente del problema del trasporto pubblico: è mancata la realizzazione
di parcheggi scambiatori e relative navette, è mancata un’unica
cabina di regia sulla gestione dei lavori stradali, si è continuata a
privilegiare la scorrevolezza del traffico privato a discapito di quello pubblico,
negando la costruzione di nuove corsie preferenziali e, talvolta, distruggendo
quelle già esistenti.
Risultato: un numero inaccettabile di corse deviate e conseguente aggravio di
costi che, centesimo dopo centesimo, hanno partorito il mostro da 9 milioni
di euro, mentre l’utenza continuava a fare i conti con corse saltate,
in ritardo, accesso alle fermate negato dalla sosta selvaggia. Insomma un quadro
di progressivo indebolimento del trasporto pubblico, cui ha contribuito anche
la politica dei grandi centri commerciali, sorti in gran numero negli ultimi
anni e tutti, inevitabilmente, raggiungibili solo con l’auto privata.
L’attuale giunta comunale, e in particolare il Vicesindaco Giuseppe Matulli,
paiono aver recepito la lezione e si apprestano a varare misure per venire incontro
alle manchevolezze sopra indicate. Staremo a vedere se potremo finalmente contare
su una svolta o la montagna, ancora una volta, partorirà il topolino.
2.B. La Tranvia
E’ considerata
dai pianificatori più avveduti come l’unico modo per affermare
finalmente un ruolo forte del trasporto pubblico nella città del fiore,
protagonista delle strade fiorentine e non solo occasionale e fugace presenza
come per gli odierni autobus.
Quanto prima il sistema tram sarà realizzato (in tutto 40 chilometri
di fiorentinissime “verghe”), tanto prima il problema mobilità
si avvierà a soluzione.
Sul fronte dei lavori, l’inverno 2004-2005 pare essere il momento buono:
dopo anni di annunci seguiti da precipitose ritirate, in novembre dovrebbero
prendere avvio i lavori del nuovo ponte tranviario – pedonale sull’Arno
e, dal 2005, i lavori, per lotti, della piattaforma destinata ad accogliere
i binari.
L’auspicio di UTP Firenze è che la maggioranza di Palazzo Vecchio
metta da parte le titubanze che ultimamente sono sorte riguardo alla realizzazione
dell’opera, più che altro frutto del timore di affrontare anni
di grandi lavori (ma forse i lavori viari realizzati sin’ora non erano
grandi?) e si proceda a testa bassa sul binario della tranviarizzazione completa
di tutti i servizi di trasporto pubblico a forte domanda nel comprensorio fiorentino,
significando con ciò una capillarizzazione della rete in periferia (lotto
"0”, prolungamento a Sesto, ecc.) e alla chiusura dell’anello
centrale con la posa dei binari (e della linea aerea) anche in via Proconsolo,
via dell’Oriolo, Lungarno Diaz, Piazza Piave.