Poichè
ogni promessa è debito, ecco storia e un po' di foto sul più
famoso tram extraurbano di Milano.
La storia del Gamba de Legn'
(questa sarebbe la corretta ortografia milanese) inizia il 9 settembre
1878, con l'atto di concessione per la costruzione di una tramvia a
vapore tra Milano e Magenta, di circa 23 km di lunghezza, con una diramazione
da Sedriano a Càstano Primo. Un anno più tardi venne inaugurato
il primo tratto della linea da Milano a Sedriano, cui seguì in
breve tempo il completamento del percorso.
Per l'epoca si trattava di un
mezzo di trasporto tecnologicamente molto avanzato, se confrontato con
i tram a cavalli milanesi gestiti della SAO, in grado di trasportare
una decina di persone, o con lo stesso tram di Monza, che restò
ippovia per altri vent'anni, fino al 1900. Il Gamba de Legn', invece,
poteva trasportare molti più passeggeri in diverse carrozze,
ad una velocità commerciale di una decina di chilometri all'ora.
Le motrici originali erano prodotte
dalla Lokomotivenfabrik Krauß e avevano una struttura completamente
diversa da quelle ferroviarie: caldaia e apparato motore dovevano essere
completamente avvolti da una carrozzeria per questioni di sicurezza
ed il posto di manovra doveva essere situato nella parte anteriore della
motrice per consentire al conducente una migliore visibilità.
Da ultimo, pare che nella scelta delle motrici tedesche abbia pesato
il fatto che emettessero un fumo meno denso delle locomotive di altri
costruttori.
Il capolinea milanese fu situato
inizialmente nell'odierna piazza Baracca e fu spostato all'interno del
deposito carrozze di corso Vercelli 33 solo nel 1911.
La velocità massima del
convoglio fu stabilita dal consiglio provinciale di Milano in:
- 15 km/h in campagna
- 10 km/h entro i confini di Milano
- 5 km/h in caso di nebbia, traffico o per motivi straordinari di ordine
pubblico
- in caso di nebbia (fenomeno frequentissimo da queste parti - NdR)
il convoglio doveva essere preceduto da un uomo a piedi con fischietto
"che avvertisse del pericolo imminente"
Il prezzo dei biglietti all'inaugurazione
del servizio era di 5-7 centesimi di lira per chilometro in prima classe
e di 4 centesimi di lira per chilometro in seconda.
Partito da corso Vercelli, il
Gamba de Legn' faceva la prima fermata nel sobborgo di San Pietro in
Sala (l'odierna piazza Wagner, fermata della linea 1 della metropolitana),
limite estremo dell'abitato di Milano, quindi proseguiva per la Maddalena,
l'Isola Europa e il Molinazzo fino ad arrivare all'abitato di Trenno
(M1 Lampugnano!). Il Gamba de Legn' proseguiva quindi per Bagggio, Cascina
Olona, San Pietro all'Olmo e Sedriano, ove era situato lo "scambio",
ossia la diramazione per Càstano. Il ramo principale della linea
proseguiva per Vittuone (paese con ben due fermate), Corbetta e Magenta.
Ben più interessante, a detta di alcune fonti dell'epoca, era
invece il ramo diretto a Inveruno e Càstano, che attraversava
le zone di coltivazione del gelso per l'alimentazione dei bachi da seta.
I passeggeri del Gamba de Legn'
furono soprattutto i pendolari, anche se durante la seconda guerra mondiale
non furono pochi gli sfollati che tornavano a Milano durante il giorno
per il lavoro, tant'è che vennero recuperati tutti i carri merci
disponibili per trasportare le persone e, nonostante questo, molto spesso
di doveva viaggiare sul tetto delle vetture.
Negli anni immediatamente prima
della guerra, il servizio era gestito dalla "Società del
Tramvai Milano Castano" e venivano effettuate cinque corse al giorno,
nel 1950 le corse erano salite a 6 per Magenta e Càstano e 5
ulteriori solo per Magenta, l'ultima delle quali alle 0.40, dopo l'orario
di chiusura di cinema e teatri. Nel 1954 le corse furono ridotte a 5
per Magenta, solo nelle ore di punta, con il servizio sostitutivo di
autobus e con la chiusura del ramo per Càstano avvenuta nel 1952.
Il destino del tram a vapore era segnato: gli abitanti delle zone attraversate
dal Gamba de Legn' si opposero all'elettrificazione della linea, il
servizio fu limitato a Corbetta, poi a Vittuone e, il 30 agosto 1957
soppresso completamente per essere sostituito da autobus articolati.
Per quanto riguarda il materiale
rotabile, le locomotive furono prevalentemente a rodiggio B, con rare
C, con carrozzeria che proteggeva tutti gli organi meccanici, paratia
anteriore con finestrini, spazio completamente aperto all'altezza dei
finestrini e tetto attraversato dal camino. Le carrozze passeggeri erano
a due assi, inizialmente di costruzione molto simile ai rimorchi tramviari
urbani di tipo "Edison", con piattaforme aperte alle estremità,
successivamente di aspetto che si evolveva di pari passo con le costruzione
ferroviarie dell'epoca.
Per finire, una curiosità:
il Gamba de Legn' (che è già un soprannome) a porta Magenta
era chiamato con il nomignolo "S'gic" (pronuncia s-gick),
di etimologia incerta, ma di probabile significato "stantuffo".
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Il
Gamba in uscita dal depositi di Corso Vercelli

La
cartina, tratta da "The Magenta Tram" di G.E. Baddeley,
con un errore sul nome "Olona", scritto con due "elle"

La
piantina di tutti i tram extraurbani di Milano, con nome della società
di gestione, percorso e data di chiusura (la legenda contiene un errore:
i tram elettrici sono quelli indicati sulla cartina con la linea dentellata
- es. quello di Abbiategrasso)

Un'altra
uscita del tram dal deposito di Corso Vercelli, all'inizio degli anni
'50, con una delle classiche motrici tramviarie con la caldaia interna.
E' evidente il percorso sul binario di raccordo, prima di instadarsi
sul binario ATM lato sinistro. Se si confronta questa foto con la piantina
del deposito, è evidente la manovra che sta facendo il tram per
uscire e che andrà a percorrere corso Vercelli contromano...
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