MEMORIE

Napoli, 24 settembre 1935

Ore 11,30...piazza Dante...aspetto il tram 18. E' il tram dove lei è a bordo; sono trafelato nell' aspettarla.
L' ultima volta che ci siamo incontrati è stata ieri sera in piazza S. Ferdinando...passeggiammo in direzione via S. Lucia sino al Megaride. Le 2 ore che avevamo a disposizione son volate via come polline... nel momento in cui si tornava ognuno a casa propria era una sofferenza vedere lei allontanarsi sulla linea 3 servita dai nuovi bellissimi tram che l' azienda municipale ha acquistato da un paio di anni.
Ed eccomi qui, oggi che l' aspetto in piazza Dante...Ecco il tram...si ferma...la gente scende ed altra sale. La vedo... è bellissima!!!! Il suo cappello è molto attuale alla moda odierna. Il vestito bianco e raggiante come il sole la esalta. La sua figura riesce a rendere beata anche la sua borsetta che porta indosso.
I suoi capelli neri come la pece sono un forte contrasto sul suo abito.
Il suo sorriso è un subire una cannonata di miste trepidazioni forti e devastanti.
Si avvicina a me sempre più, mi tende la mano; seguo il suo esempio e, quando le nostre mani hanno il contatto, lei mi trascina vorticosamente: è stato il invito a passeggiare con lei.
Tento di parlare ma una strana forma di dislessia mi domina!
Siamo in via Roma e ci avviciniamo verso piazza Plebiscito. All' improvviso lei si ferma e, come un cagnolino, faccio lo stesso. Si gira verso di me e mi bacia! Ho sentito in quel momento una passione che mai potrò cancellare nella mia memoria.
Una passione che ho custodito nel mio cuore...questo cuore: è una forte cassaforte di amore in ricordo di lei.

Siamo nel 2006 ed ho 91 anni e la vita in me sta per finire. Vorrei dare in dono al mio simile questa ricchezza. Non mi sono mai sposato... non l' ho mai voluto. Sono sopravvissuto al 2° conflitto mondiale, sono sopravissuto alle tante amanti... ma non ho mai tradito lei.
E' come se l' avessi sposata, anzi sto andando a sposarmi con lei...Gesù lo sa!!!
Lei morì per tisi qualche mese dopo.
Quei capelli neri... quell'abito bianco e quei colpi di tosse insanguinati... sembrava che fosse ferita al suo candido cuore.

Alessandro Cervarich
classe 1915