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  Foto 1: Tram Bombardier sulla linea 12

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  Foto 2: collezione di modelli

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  Foto 4: Una 28 milanese in trasferta nel 1929

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  Foto 5:Ampio salone di esposizione

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  Foto 6: Il tram a cavalli

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  Foto 7: Il tram n. 15

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  Foto 8: Il tram 375

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  Foto 10: Esemplare di filobus degli anni '60

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  Foto 11: Panorama del secondo padiglione

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  Foto 13: Veicolo sperimentale per la metro

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  Foto 14: Innovativo tram Duwag degli anni '70

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  Foto 15: L'Ebbelwei express

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  Foto 16: L'Ebbelwei express

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  Foto 17: Una motrice in servizio charter

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  Foto 18: Pausa sotto il capolinea dello zoo

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  Foto 19: L'organizzata dispensa di ogni vettura

 


Una città così vocata per il trasporto tramviario, non poteva certamente privarsi della presenza di un Museo dedicato a questo popolare mezzo di trasporto. Esso si trova al capolinea sud della linea 12, occupandone il cappio di ritorno (Foto 1). La località si chiama Schanheim. Il 12, prima di arrivare a questo terminal, attraversa un verde bosco assumendo caratteristiche di ferrovia, anche considerando che in questo tratto la linea gli è dedicata. Il Museo è aperto solo nei week end, essendo il management affidato ad una sorta di associazione.
L’interno consta di un mezzanino dove vi sono raccolte uniformi, foto, biglietti e modelli (Foto 2). Sono altresì presenti alcuni stand di appassionati i quali durante i giorni festivi, attendono alla costruzione di plastici dove il mezzo tramviario è protagonista (Foto 3). Nei loro lavori non manca un opportuno contesto con la riproduzione di scene di vita cittadina. Qui ho anche trovato una fotografia che mi ha intrigato molto (Foto 4). Si tratta della documentazione fotografica dell’esperimento di utilizzo nella città di Francoforte di una 28 milanese Peter Witt, nel luglio del 1929. Malgrado l’accoglienza calorosa concessa dall’utenza per i suoi requisiti innovativi, l’esperimento non ebbe seguito. Altre notizie su questo storia interessante si possono trovare nel libro “Un tram che si chiama Milano” di Guido Boreani.
Dal mezzanino si può avere una prima visione dell’esposizione vista dall’alto (Foto 5). Il primo pensiero che mi è venuto da questo bel punto di vista, è stato quello del come possano essere sopravvissute tante vetture malgrado i bombardamenti che con ferocia, colpirono questa città insieme a tante altre. I tram conservati sono tenuti in uno stato ineccepibile, tant’è che sembrano usciti proprio in quel momento dalla fabbrica.

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  Foto 3: Un plastico d'ispirazione tramviaria in costruzione

La prima sosta di prammatica è quella dedicata al tram a cavalli, simbolo universale dell’avvento del trasporto collettivo in città (Foto 6). L’esemplare riprodotto è quello con la matricola n. 167 risalente alla fine del secolo ‘800. Segue la matricola 15 in servizio nel sobborgo di Offenbach (Foto 7). Il pezzo originale rappresenta un’epoca dove non si era ancora pensato di proteggere il guidatore durante il servizio, contro le intemperie. Questo modello entrò in servizio nel 1908, quindi rappresentò uno dei primi veicoli elettrici, e vi restò fino al 1949 sopravvivendo anche alla guerra. Naturalmente nel tempo furono adottati accorgimenti per attenuarne i disagi della guida. Ospitava 18 persone sedute e 25 in piedi. Il suo scartamento era già quello standard dei 1435 mm. Vale la pena di ricordarlo in quanto al debutto del servizio tramviario e per alcuni decenni, fu adottato quello metrico. Poteva raggiungere l’apprezzabile velocità di 40 km/h.
Pochi anni sono sufficienti per dare all’impostazione del tram cittadino, un aspetto assolutamente razionale e moderno. E’ il caso della matricola n. 375 facente parte di un lotto di 30 esemplari (356-385) che hanno svolto un servizio apprezzabile dal 1913 e durato (per alcuni veicoli) fino al 1962 (Foto 8). Nella vettura trovavano posto 18 passeggeri seduti e 27 in piedi. Dotato di due motori da 44 k/W, poteva raggiungere una velocità di 50 km/h.
Appare assolutamente di altra generazione l’esemplare 411 dotato anche di rimorchio (Foto 9). Esso fu il primo di una serie di 40 macchine (411-450) entrate in servizio nel 1925 di cui talune si pensionarono nel 1972, svolgendo un servizio longevo ed affidabile. Nella motrice trovavano posto 22 passeggeri seduti e 35 in piedi. Era dotato di un doppio motore che gli consentiva di raggiungere la velocità di 50 km/h.
Non manca la presenza di un filobus prodotto dalla Bussing nel 1963 che prestò servizio fino al 1972 nella cittadina satellite di Offenbach (Foto 10). Ma in realtà la sua carriera ebbe una coda in quanto, nel 1972, fu trasferito a Kaiserslautern dove finalmente si pensionò nel 1984. Poteva accogliere ben 47 persone sedute e 53 in piedi.

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  Foto 9: Il tram 411

Il grande padiglione che custodisce questi tesori, ha anche una dependance che qui chiamano “Halle ost”(Foto 11). E’ chiaro che vi si accede in seconda tappa esibendo il biglietto, dopo aver attraversato il piazzale. Sul selciato la conservazione di un doppio scartamento ricorda la genesi del servizio pubblico (Foto 12). Nel secondo padiglione sono ricoverati, tra l’altro, il primo convoglio sperimentale della metropolitana cittadina costituito da due semicasse abbinate (matricola 1001-1002) (Foto 13). Fu costruito tra il 1966 ed il 1968 (anno di entrata in servizio), svolgendo un ruolo significativo fino al 1976. Gli atelier che sovrintesero alla sua costruzione furono la Duwag e la Siemens per l’equipaggiamento elettrico. Ogni semicassa poteva accogliere 64 passeggeri seduti e 163 in piedi. Velocità massima 80km/h.
Un tram articolato con la livrea vigente negli anni ‘70/’80 prodotto anche in questo caso dalla Duwag, sembra costituire proprio un ponte tra il vecchio ed il nuovo (Foto 14).
Prima di lasciare il Museo, e questo argomento, vi volevo riferire di una manifestazione singolare quanto interessante. A fine Aprile 2009, si è svolta a Francoforte l’evento “La notte dei Musei”. Per l’occasione anche il Museo del tram è stato lasciato aperto ai visitatori per tutta la notte. Inoltre sono stati messi in servizio l’esemplare Duwag di cui sopra ed altri risalenti agli anni ’70, perfettamente funzionanti e di bell’aspetto, che facevano la spola tra i vari Musei incluso quello del tram.
Un’altra iniziativa che si svolge nei week end nella industriosa città sul Meno e che riguarda i tram, è l’Ebbelwei Express (Foto 15).
Tutto nacque nel 1977 quando, con una commovente cerimonia, le autorità vollero festeggiare il ritiro dal servizio delle “Biassi” locali, un valoroso tramvetto che risalendo agli anni prima della guerra, era rimasto per la gran parte del suo lotto, sepolto sotto le macerie.

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  Foto 12: Il doppio scartamento a futura memoria

Dopo la guerra, con l’aiuto di alcune fabbriche, furono ricostruiti recuperando gli chassis e un po’ di pezzi di ricambio dagli esemplari sinistrati. Ne uscì una serie, ma direi varie sottoserie considerando l’eterogeneità del prodotto finito. Gli strassenbahn modello K “traghettarono” il trasporto fino agli anni ’70 svolgendo un servizio instancabile e prezioso. Quello del congedo fu un giorno memorabile. La cittadinanza fu invitata alla festa dell’addio aderendo in massa. A bordo furono offerti biscottini tipici e vino di mele (specialità locale cui è dedicato addirittura un quartiere). Fu un successo clamoroso. Si pensò allora di far sopravvivere alcune “Biassi” e relativo rimorchio in modo da far svolgere un servizio turistico a pagamento con gli stessi canoni che avevano caratterizzato il giorno della feste. Furono dunque tenute in servizio quattro motrici e sei rimorchiate, tutte rewampizzate con quella che sarebbe divenuta l’inconfondibile livrea dell’Ebbelwei Express (Foto 16 e 17).
Così nei week end è possibile partecipare alla festa ormai senza fine, degli eroici tramvetti. Si paga un biglietto davvero modesto godendo di un giro di città ampio che raggiunge tutti i luoghi d’interesse turistico. Ai passeggeri viene fornito un ricco depliant (plurilingue) che descrive le varie attrazioni lungo il percorso. L’itinerario è altresì allietato da musica folcloristica. Vige il sistema ormai diffuso, sali e scendi quando vuoi. Il posto più conveniente per imbarcarsi è dalla stazione centrale dove utili indicazioni informano circa i giorni e gli orari di effettuazione. Il tour termina, si fa per dire, allo zoo dove vengono concessi 15 minuti di tempo libero per le foto (Foto 18).
Quasi dimenticavo: ai passeggeri viene distribuito incluso nel prezzo, un sacchetto di biscottini tipici (Brezeln) ed una bottiglia di sidro (Ebbelwei) o una bibita per gli astemi e per i minori (Foto 19).
Questa distribuzione avviene a cura del bigliettaio dopo avervi venduto il biglietto.
Nei giorni diversi dai week end, è possibile far uscire questo servizio su richiesta, assumendone il costo totale. L’iniziativa è propagandata da un divertente web site che v’invito a visitare: http://www.ebbelwei-express.com/

Buona domenica e buone vacanze a tutti i trammofili d’Italia ringraziando sempre della loro attenzione.

Filobustiere

Tutte le foto © Filobustiere scattate in Aprile 2009

 


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