Nel dopoguerra le 901-906 furono
trasformate diventando anch’esse “interurbane” e assumendo
i numeri 1049-1054. Nel 1951 furono ricostruite quasi tutte le vetture,
(foto 3), la maggior parte delle quali montavano nuovi
musetti aerodinamici (tipo Meridionale) (foto 4), mentre
le altre, che rimanevano col muso piatto (tipo Officina) divennero quasi
tutte a due fanali. (foto 5). Negli anni ’50
si sperimentò con successo la demotorizzazione di diverse vetture
che divennero rimorchi, (foto 6), esperimento che durò
fino al 1976, anno in cui si ricostruirono con una nuova cassa (foto
7) (e prima ancora erano iniziate le riverniciature in arancio
ministeriale, foto 8) prima 11 vetture e poi altre
61 in maniera un po’ differente. Una di queste, la 969, (foto
9), fu restaurata direttamente nel deposito Fuorigrotta dallo
staff coordinato dal sig. Orefice con un aspetto ibrido, con la cassa
somigliante alla ricostruzione 1^ serie, e il tetto tipo Meridionale.
Nel frattempo, 1967, erano state alienate 14 vetture di 25 inizialmente
previste.(foto 10) |
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In concomitanza
con il terremoto del 1980, che segnò la fine dell’esercizio
del deposito Fuorigrotta, che tuttora resta senza destinazione definita,
vennero alienate le 15 motrici non ricostruite, (foto 11),
dodici delle quali demolite nel 1998, mentre 961, 1004 e 1029 sono state
preservate a scopo museale. Nel 1990 992, 1000, 1003 e 1028 furono ricolorate
nella livrea LTR bianco con bande blu, per esercitare la “Lineamare”
San Giovanni-Bagnoli in occasione dei mondiali di calcio, (foto
12) quasi a surrogare la mai (finora) inaugurata linea veloce,
oggi Linea 6. Nel 1994 alcune vetture vengono pellicolate per la pubblicità
integrale. (foto 13). Le ultime modifiche, fra le tante
subite dalle Peter Witt in più di 70 anni di storia, riguardano
la installazione del pantografo monobraccio in luogo del trolley ad
asta e rotella (con conseguente abolizione dell’arganetto posteriore),
dell’impianto di ventilazione forzata e del telecontrollo, nonché
del ritornare in auge delle portine in legno lucidato in luogo di quelle
metalliche, oltre ad altre modifiche tese ad adeguarle ai nuovi standard
di sicurezza a proposito di frenatura, ed altre modifiche tecniche.
(foto 14) |
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La 1029, vero e
proprio ponte fra passato e futuro, è in restauro presso le officine
ANM di San Giovanni, dove la passione delle maestranze locali la stanno
riportando all’antico splendore, (foto 15), con
la sola, necessaria, variante del pantografo che, però, le consentirà
di tornare a circolare e a noi di sognare, vedendo di nuovo il suo musetto
aerodinamico sfilare sulle rotaie napoletane che, nel mentre, ci auguriamo
diventino sempre più lunghe. Di seguito si riportano le tabelle relative alle numerazioni e alle ricostruzioni, tratte da “Storia dei Trasporti Urbani di Napoli”, volume 2°, di Bevere, Chiaro e Cozzolino, editore Calosci-Cortona, 1999, con gli aggiornamenti relativi agli accantonamenti e alle demolizioni. (lista 1, 2 e 3) |
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